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MARCO PAGHERA

Marco Paghera nasce a Montichiari (Brescia) nel 1980. Dopo il diploma presso il Liceo Artistico Olivieri, approda all’attività artigiana di famiglia che da decenni si occupa di particolari lavorazioni in metallo; qui trova la necessaria condizione di slancio per cominciare le sue sperimentazioni. Inizia così la realizzazione di disattese reinterpretazioni del ferro nell’ambito del design e della scultura. Il suo lavoro non rimane inosservato ed appaiono le prime citazioni sulle riviste del settore. Il 2013 è l’anno di svolta e l’artista inizia a maturare il passaggio dalle grandi sculture dinamiche, come la monumentale “Oltre”, alle geometriche “Introspezioni cerebrali”. In quell’anno entra a far parte di MODE, un gruppo di giovani artisti, e riscontra i primi consensi tra i critici, tra cui i professori Paolo Bolpagni ed Alberto D’Atanasio. Proprio in procinto di una mostra con il gruppo MODE, Marco Paghera subisce il furto dal suo laboratorio di due sculture, tra cui la prediletta “Anime molteplici”, che non sarà più ritrovata. Dopo la parentesi di Mode, prosegue il suo percorso autonomamente, concentrando i suoi studi sulle Introspezioni cerebrali. Viene apprezzato da curatori e critici, come il Cav. Flavio De Gregorio, il Prof. Riccardo Sorani, la Dott.ssa Elena Gollini e partecipa a mostre internazionali e nazionali, curate da critici come il prof. Vittorio Sgarbi. Nel dicembre del 2014 gli viene conferito il Diploma d’Onore e il titolo di Benemerito dell’Arte Italiana dall’Accademia Santa Sara. Nelle opere di Marco Paghera ritroviamo la passione per le contaminazioni materiche: egli coniuga e mescola il ferro, l’elemento che più lo rappresenta, ad inserti in resine speciali, velluti, legno e altri materiali. Marco Paghera ora vive e lavora a Castenedolo (Brescia). Sara Ghizzi L’essenza delle “Introspezioni cerebrali” Nelle serie “Introspezioni” troviamo un forzato e geometrico controllo delle emozioni, ordinatamente confinate in forme quadrate o rigorose celle cubiche che ne impediscono il naturale permeare verso l’esterno. Emerge nell’autore un personale bisogno di regole e di un’etica che contamini e migliori l’individualismo del nostro tempo. In queste collezioni di opere l’artista esprime lo stato figurativo della propria mente, di pensieri, passioni, ricordi e solitudini vissute, attraverso la fusione di elementari geometrie e ricercati materiali, quali acciaio, alluminio, legno, velluti, resine ecc. La mente, scandagliata e scomposta,  viene proposta al pubblico con una veste di matrice astratta, eppure comprensibile e palpabile; condizione quest’ultima caratteristica della scultura.

– Sara Ghizzi –

 

L’essenza delle “Introspezioni cerebrali”

Nelle serie “Introspezioni” troviamo un forzato e geometrico controllo delle emozioni, ordinatamente confinate in forme quadrate o rigorose celle cubiche che ne impediscono il naturale permeare verso l’esterno. Emerge nell’autore un personale bisogno di regole e di un’etica che contamini e migliori l’individualismo del nostro tempo. In queste collezioni di opere l’artista esprime lo stato figurativo della propria mente, di pensieri, passioni, ricordi e solitudini vissute, attraverso la fusione di elementari geometrie e ricercati materiali, quali acciaio, alluminio, legno, velluti, resine ecc. La mente, scandagliata e scomposta,  viene proposta al pubblico con una veste di matrice astratta, eppure comprensibile e palpabile; condizione quest’ultima caratteristica della scultura.